Sono passate  un paio di settimane dalla sentenza del TAS che ha condannato Alberto Contador  a due anni di squalifica, per via della nota vicenda del clembuterolo trovato nella sua urina dopo un controllo antidoping durante il Tour di Francia 2010. Per la precisione,  il 21 Luglio 2010. E le reazioni di questi giorni hanno ribadito, se ce ne fosse bisogno, un paio di cose: innanzitutto che la lotta al doping in territorio spagnolo e’ alquanto blanda, per usare un eufemismo. Basta accennare alle voci Operacion Puerto e Operacion Galgo. Oltre a questo, le reazioni hanno confermato per l’ennesima volta la pochezza e lo stupido nazionalismo dei media sportivi spagnoli. Con le ovvie, a dire il vero numerose, eccezioni. 

Se qualcuno ha voglia di capire in breve tutto quello che e’ successo nell’affaire Contador puo’ leggersi questa ottima cronaca di un inganno, nello spettacolare magazine online JotDown (una delle eccezioni di cui si parlava sopra, appunto). Quello che mi preme e’ il mettere in evidenza le ridicole reazioni al caso, ad iniziare dalle brutte figure fatte dai politici iberici che hanno preso le difese del ciclista di Pinto a prescindere, senza dubbi e senza leggersi la sentenza del TAS. Per continuare con le piccate e scandalizzate reazioni della maggioranza dei giornali mainstream iberici, tutti a prendersela con i guinoles francesi, a loro dire invidiosi, che sbeffeggiavano pesantemente (magari prendendosela pure con chi non c’entra nulla) i controlli antidoping spagnoli. Cose da matti.

A parte il fatto che il programma francese notoriamente va giu’ pesante anche con i francesi,  basta vedere di che nazionalita’ sono i President Arbitrators che facevano parte della corte di Losanna: tutto fuorche’ francese. Pensavo non si potesse arrivare mai al ridicolo di una nazione dove alcuni politici presentavano interrogazioni parlamentari per un rigore non fischiato a Ronaldo. Eppure, non avevo ancora visto i politici spagnoli che facevano una questione di stato per un semplice programma satirico, pesante quanto si vuole, ma pur sempre satirico. Tra l’altro, ho letto qualche giorno fa che qualche deputato catalano ha presentato un’interrogazione al parlamento europeo per il pisoton di Pepe a Messi nel clasico di un mesetto fa. Todo el mundo es pais, diremmo in italiano.

A parte questo, la semplice verita’ e’ che sia i media mainstream sportivi spagnoli che molti politici non hanno neppure letto la sentenza e non conoscono minimamente il regolamento del TAS che ha portato alla squalifica di Contador.  Una sentenza che in 98 pagine ribadisce la presenza di clenbuterolo (e di residui plastici, non dimentichiamolo) nel sangue del ciclista durante quel Tour de France. Per regolamento, Contador e il suo entourage dovevano provare che la presenza di questa sostanza (in quantita’ minime) non era dovuta all’assunzione di sostanze dopanti. La difesa del ciclista ha sostenuto la tesi dell’ingestione del clenbuterolo per via della carne adulterata comprata da un macellaio di Irun, nei Paesi Baschi, ma alla fine non ha potuto provare la tesi in questione. E’ un’inversione dell’onere della prova, e’ vero, ma questo dice il regolamento. E la legge e’ legge e, per quanto possa sembrare strano, va rispettata, come disse qualcuno. Il fatto poi che la quantita’ di clembuterolo trovata nel sangue di Contador sia cosi’ bassa non vuol dire assolutamente  nulla. Se in un posto di blocco della stradale supero il limite consentito di alcool di pochissimo sono comunque soggetto a multa, come minimo. Punto. Hai voglia protestare con gli agenti, hai voglia incolpare i troppi Mon Cheri mangiati.

Altro che indignati, gli spagnoli dovrebbero mostrarsi contenti. Perche’ alla fin fine la sentenza e’ una conferma dell’assenza di carne adulterata in Spagna. Le cose vanno piuttosto male qui. Dopo la crisi del pepino, volevano pure una crisi del solomillo?